Lettera di Giugno 2014

Cari studenti universitari,

                        vi scrivo nel giorno del 30° anniversario della mia ordinazione sacerdotale. E’ la mia ultima lettera prima della sospensione delle lezioni e l’inizio del tempo degli esami. Molte volte vi ho comunicato che ho superato tanti esami in pochi anni e soprattutto senza andare fuori corso. Vorrei rendervi partecipi di come abbia influito il percorso di maturazione della scelta di diventare sacerdote e l’incredibile percorso accademico.
                        Forse a molti può sembrare banale. Ma non lo è stato per me: far fare bella figura a Gesù! La simpatia che si era creata tra me e il Signore Gesù era tale che non volevo che la mia persona fosse di scandalo per la sua Chiesa! Che senso poteva avere la mia azione in Parrocchia se non fossi stato bravo a scuola e all’Università? Ricordo quando fui premiato al Liceo: era il dono più grande che potevo fare a Gesù! Non Gli facevo fare brutta figura!

                        Cari amici,

                        quante volte ho sentito dire che questa esperienza è ingenua e infantile, soprattutto negli anni, in verità pochi, del Seminario durante il quale si cercavano motivazioni più raffinate sul piano spirituale e sociale, rispetto alle pretese di un giovane che aveva un solo ideale: quello di non far fare brutta figura a Gesù!                      
                        Ascoltando le parole di Papa Francesco - il cristiano è tale quando la sua vita è decentrata, ossia che il centro della sua esistenza non è lui ma Gesù - ho ripensato alla mia esperienza: in fondo la vita cristiana è condividere con Gesù la preoccupazione per la Chiesa. Osservando il lavoro costante e fedele (non ho mai sentito parlare di “ferie”) del mio parroco, ho imparato la domanda che Gesù gli rivolgeva: Tu vuoi preoccuparti con me dei miei?

                        Cari amici,

                        i "miei" di Gesù, sono i "tuoi"! (Leggi a proposito il bellissimo capitolo 17 del Vangelo di Giovanni). Questo è il grande scandalo della vita cristiana! E le mie attese, le mie prospettive, le mie giuste rivendicazioni: dopo! Prima gli amici di Gesù, da amare e servire sempre.             
                        Oggi è invalsa la tendenza di amare gli amici di Gesù presentandosi con il curriculum vitae, con l’elenco della grandi opere effettuate, con i grandi percorsi spirituali compiuti e cercando subito un ruolo da svolgere! Ma il servizio? Certo, se è ben visibile e apprezzato, con qualche riconoscimento! Se è oggetto di attenzione dei mezzi di comunicazione. Infatti, non posso perdere tempo con chi non può garantirmi il progresso spirituale e sociale per la mia persona!

           Cari giovani,

                        per voi non sia così! Siate umili e semplici amici di Gesù che non ha paura di affidarVi la Sua Chiesa. Tu rispondiGli di sì. Non presentarti con le tue esigenze spirituali e umanitarie: Gesù non vuole uomini e donne amanti della spiritualità e della socialità. Cerca uomini e donne con i piedi per terra, che non vogliono strumentalizzare Gesù per sé, per le proprie attese spirituali e sociali.            
                        Ho conosciuto studenti universitari che si sono trovati in difficoltà nel percorso accademico a causa della vita di fede. Una vera assurdità! Tutto è molto più semplice di ciò che appare: il tuo curriculum accademico mettilo a servizio del Signore e vedrai che la tua vita rifiorisce di potenzialità mai prima sperimentate.                
                        Il Signore Gesù guarda in alto e lontano: tu invece sei tentato di guardare in basso e a breve distanza. E’ l’illusione di poter far presto. In realtà perdi solo tempo, rinchiudendo la visuale della tua vita in piccoli obiettivi, forse identificabili, ma poco coinvolgenti.         
                        Il Signore Gesù ti chiede di condividere con Lui il dono più grande apparso nella storia: la Chiesa! Amare e servire la Chiesa significa porre nella storia le condizioni per risolvere i problemi della società e non viceversa. 
                        Quando si dice che i cristiani devono prima amare “gli altri” per poi essere capaci di amare la Chiesa, sfruttano non solo “gli altri” ma Gesù stesso. Impara, invece, ad amare e a servire la Chiesa, poi tutto il resto! L’esperienza ecclesiale è la più grande lezione di amore per la società. Non spaventarTi degli attacchi alla Chiesa. Dopo la crisi del marxismo e del capitalismo resta solo la Chiesa ad offrire la chiave interpretativa della società. Ma ad una sola condizione: che i battezzati la amino come la ama Gesù!

                        Ti ricordo: devi fare in fretta a laurearti perché la Chiesa attende la tua testimonianza.  La tua esperienza di uomo e di donna troverà in questa attesa il senso più profondo della tua esistenza, che non ti sarà mai tolta: collaborare con Gesù nel donare la Chiesa ai fratelli!

                        Un ultimo ricordo: è quello di papa Paolo VI, che sarà beatificato nel prossimo mese di ottobre. Egli è stato l’intellettuale con i piedi per terra, perché amava la Chiesa!  Anche tu tieni i piedi per terra e sarai servitore della Chiesa e della società. Inizia a pensare prima al matrimonio, poi ad altri servizi. Sarai sorpreso dalla scoperta dei doni che hai! Allora studia per far fare bella figura a Gesù!

                        In bocca al lupo. Con vera e sincera amicizia!

Vostro

+ Lorenzo, vescovo

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